giovedì 23 marzo 2017

Durante l'estate 2016 l'ass. Pura Vita in sinergia con l'ass. Porto di Terra,l'ass. Alma Calende e l'ass. Aruna Ekohabitat organizzano un workshop di bioedilizia durante il quale si costruiscono le strutture portanti di due yurte interamente realizzate in bamboo.
L'orto botanico di Palermo ci concede di usufruire del bamboo in eccesso per il corso,LaBoo ci offre il supporto tecnico del caso,così come INBAR Sicilia.
Il corso si svolge a cavallo tra Settembre ed Ottobre 2016 nella sede operativa dell'ass. Porto di Terra per poi concludersi a Pura Vita con il montaggio della seconda yurta.


alziamo i muri a soffietto...


poi sù il tetto autoportante...


e il taglio della porta 


Grazie a tutti i partecipanti del workshop,di cuore Pura Vita.
Cantiere aperto per la realizzazione di un INTONACO IN TERRA CRUDA con Roberto Barbagallo.
Primavera 2016 C.da Santa Venera,Polizzi Generosa.


Rimozione del vecchio intonaco, reperimento dell'argilla,filtratura,tecniche di impasti, applicazione del fondo sul muro grezzo,finitura.









Pura Vita ringrazia di cuore tutti quelli che hanno partecipato a questo cantiere aperto.

mercoledì 13 gennaio 2016

"Se il tuo scopo è grande e i tuoi mezzi piccoli, agisci comunque, perchè solo con l'azione essi possono crescere in te". Sri Aurobindo


La raccolta della Calendula e le sue prime trasformazioni


Anche se il suo tempo balsamico, ovvero il momento ideale per la raccolta, sarebbe da aprile a giugno, a Pura Vita la calendula troneggia rigogliosa nei campi anche a gennaio! D'altronde il cambiamento climatico ha fatto si che quest'anno melanzane e peperoni fossero nell'orto fino a Dicembre. Quindi abbiamo pensato di provare a raccoglierla lo stesso e conservarla sottoforma di oleolito e tintura madre.
Ma prima di addentrarci nei processi di conservazione o trasformazione che abbiamo appena citato, spendiamo due parole sulla calendula.
La Calendula officinalis è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae o Compositae, con foglie oblunghe di colore verde intenso e fiori a capolino, di colore arancione o giallo intenso. E' diffusa in tutta l'Europa meridionale, l'Africa del nord, la Persia, l'Arabia, e la sua fioritura, in genere, si protrae fino a novembre. 
Ma la fama della calendula è dovuta alle sue molteplici proprietà, che si concentrano soprattutto nei capolini, e la rendono una pianta adatta anche ai più piccoli, al contrario di altre, che invece è consigliabile assumere solo dopo il secondo anno di età. Essa infatti è ricca di flavonoidi, terpeni, mucillagini, amari, resine e betacarotene.
Le proprietà della calendula si possono apprezzare mediante il suo uso esterno (impacchi, cataplasmi, oleolito, tintura, unguento o crema) o interno (infuso, decotto, tintura). All'uso esterno si deve un'azione lenitiva e cicatrizzante, nel caso di pelli arrossate ed escoriazioni, ustioni da sole e da fuoco, punture di insetti, screpolature da freddo o da affezioni cutanee, emorragie; emolliente e purificante, nel caso di acne e pelli a tendenza seborroica; disinfiammante delle mucose gengivali e delle zone intime; migliora il tono venoso e la circolazione, allevia le vene varicose. Impiegata per via interna invece, rivela un'azione emmenagoga, ovvero di regolazione del flusso mestruale, oltre che attenuante degli spasmi; disinfiammante delle mucose gastriche (in caso di ulcera gastrica) e del cavo orale; astringente in caso di diarrea, oltre che di emmoragia; amaricante, digestiva e stimolante la funzione del fegato e della cistifellea; antimicrobica e antilmintica per infezioni amebiche, pelviche e intestinali, dissenteria, epatite virale e disbiosi; depurativa ed antinfiammatoria per artrite, eumatismi e gotta; antiossidante; immunostimolante; diuretica antibatterica. Inoltre allevia i disturbi legati alla menopausa e favorisce le contrazioni durante il parto, nonostante sia controindicata in gravidanza.
E' anche ottima per condire e decorare insalate e piatti freddi.

Ma adesso vi sveliamo due ricette, tratte dal libro dei preparati de La Libella (https://www.facebook.com/la.libella.14), che consistono nella realizzazione di un oleolito e di una tintura madre, ovvero di un macerato oleoso e uno idroalcoolico della pianta. La differenza tra tintura madre e tintura, è che nel primo caso si utilizzano le parti della pianta fresche, nella seconda, invece, secche. L'oleolito invece mantiene lo stesso nome sia nel caso in cui venga realizzato a partire da pianta fresca che secca.
Quindi, anche se magari sarà meglio aspettare la primavera per fare una vera scorpacciata di calendula, approfittiamo di questi mesi un po' di ricette!!!



Vi salutiamo ricordando vi di fare molta attenzione nella raccolta: cercate di prediligere luoghi lontani da riserve e ricchi di fiori, magari in presenza di qualcuno con un pò di esperienza in materia; mentre non raccogliete assolutamente in luoghi preservati o dove vi è scarsa presenza di esemplari. Così facendo infatti, consentirete alla specie di riprodursi copiosamente, evitandole di andare incontro all'estinzione. La depredazione inconsapevole è sempre un danno nei confronti dell'ambiente e delle biodiversita!
Mandateci i vostri feedback e ci farete felici!!! ;) 

Oleolito di Calendula





La raccolta del corbezzolo

Questo è uno dei tre alberi di corbezzolo che abbiamo trovato nel nostro terreno e che ci ha accolti omaggiandoci generosamente dei suoi numerosi frutti! Diciamo che la sua generosità è tale che ancora oggi, 7 gennaio, raccogliamo corbezzoli per trasformarli in mermellate, liquorini e ghiotti regali. Dobbiamo ringraziare anche il tempo, che qui in Sicilia ci sta regalando un inverno contornato da primavere!
Il corbezzolo in questione troneggia pieno di vita su un cocuzzolo soleggiato, e guarda la vallata con fare giocoso e sinuoso, accompagnato da due fratellini un po' piu' timidi che gli reggono il gioco.
Poco più in basso vi è un palmento del 1855, che riprenderemo al termine dell'inverno, per trasformarlo nella struttura primaria di Pura Vita.


Ma questo è un altro post! Stavamo parlando del corbezzolo.
Il suo nome botanico è Arbutus unedo ed è una pianta arbustiva sempreverde appartenente alla famiglia delle Ericacee. E' diffuso in tutti i paesi del Mediterraneo occidentale e in Irlanda. In Sicilia ne abbiamo diversi esemplari.
Oltre ad essere un bell'albero ornamentale e a dare dei frutti buonissimi e ricchi di proprietà benefiche, il corbezzolo è legato ad una particolarità, quella di ospitare sui suoi rami in autunno, contemporaneamente, frutti rossi, foglie e fiori bianchi, la qual cosa l'ha eletto, per la sua cromìa, albero d'Italia. 



I frutti sono bacche polpose, ricche di tannini e vitamine, in particolare di vitamina C. Essi hanno quindi proprietà astringenti, antidiarroiche ed antinfiammatorie nei confronti del fegato, delle vie biliari e di tutto l'apparato circolatorio, antispasmodico dell'apparato digerente e delle vie biliari; diuretico, antisettico e antinfiammatorio delle vie urinarie.
Ma la maggior parte delle proprietà terapeutiche si trovano nelle foglie, ricche di derivati fenolici, tanninni, steroli, gomme e resine. Queste trovano il loro impiego nei casi di affezioni delle vie urinarie, dei reni, nei casi di febbre e diarrea, e il loro decotto si usa come tonico astringente della pelle.
Il decotto della radice può essere usato nell'artesclerosi.
Anche il miele di corbezzolo ha delle ottime proprietà infatti ha proprietà balsamiche, antispasmodiche, antisettiche e diuretiche.


Ma adesso lasciamo il corbezzolo e i suoi frutti e scendiamo un po' più a valle, a vedere cosa succede al palmento!



La raccolta dell'iperico



Nella magica notte del 24 giugno, ovvero la notte di San Giovanni, è tradizione, in Sicilia e un po' in tutta Italia, di attendere la rugiada per andare a raccogliere l'Iperico, detto anche "scacciadiavoli" o Pirico. Il suo nome scientifico è Hypericum perforatum, della famiglia delle guttiferae, e cresce un pò dappertutto, dal mare alla zona alpina nei luoghi secchi, nelle radure dei boschi, a bordo delle strade. Leggendariamente era la pianta utilizzata per curare le ferite, usata dai Cavalieri di Gerusalemme, che secondo la “dottrina dei segni” si servivano di piante dalla forma simile alle infermità da guarire. Nonostante all'apparenza l'iperico non sembri somigliare esteriormente a nessun organo del corpo umano, se, però, si osserva una della sue foglie controluce, essa apparirà costellata di ghiandole trasparenti simili a perforazioni, cioè a “ferite”. Secondo la citata “dottrina”, poiché la foglia sembrava perforata, poteva curare le ferite, specie quelle riportate in battaglia.

L'iperico era anche l’erba che nell’antichità scacciava i demoni e gli spiriti del male (da questa credenza, il nome "scacciadiavoli") e che ancora oggi è portatrice di buonumore, grazie ad una sostanza attiva, l'ipericina, che agisce a livello cerebrale in modo simile ai più diffusi farmaci antidepressivi di sintesi, rallentando la distruzione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui la serotonina e dopamina e migliorando notevolmente il tono dell'umore. In Germania, al giorno d'oggi, è tra gli antidepressivi più prescritti. 
Nel Medioevo, veniva appeso alle finestre e sulle porte per impedire a Satana e ai suoi emissari di penetrare nelle case. Quando una donna si riteneva impossessata dal demonio, e quando nemmeno le preghiere degli esorcisti erano riuscite a liberarla, non doveva far altro che mettersi in seno alcune foglie della pianta e sparpagliarne altre nella sua abitazione.
iperico delle madonie in Sicilia

La sua festa cade il 24 giugno, San Giovanni Battista, giorno destinato sin dall’antichità a riti esoterici, perché coincide con il solstizio d’estate, il 21 giugno, quando il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso. Secondo un’antica credenza nella notte del solstizio d’estate la luna si sposa con il sole e da questo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra. Durante la notte tra il 23 e il 24 giugno, la notte più breve dell'anno, tutte le piante e le erbe sulla terra vengono bagnate dalla rugiada del santo e intrise da una potenza nuova. Proprio in un’epoca lontana va ricercata l’usanza che vede la notte tra il 23 ed il 24 “la notte delle streghe”. 
Nelle campagne piemontesi, lombarde ed emiliane, molti erano i riti propiziatori, caduti ormai in disuso; ad esempio i sacerdoti in Piemonte solevano benedire i fuochi accesi dai contadini, immagine del sole, atti a propiziare i raccolti e la buona salute. Ancora oggi, in tali luoghi, la notte di San Giovanni è accolta con feste e festini.

Noi quest'anno siamo andati a raccogliere l'iperico in un luogo antichissimo sulle Madonie, dove civiltà arcaiche popolarono quei luoghi fin dall'età del bronzo.
Madonie in cima al monte
Dopo una proficua raccolta, avvolti da una natura nel pieno della sua energia, siamo tornati a Petralia Soprana, a Casa dei Salici, dal nostro amico Calogero, un luogo altrettanto magico in cui perdersi e ritrovarsi. Lì abbiamo incominciato la prima lavorazione della pianta.
essicazione dell'iperico Petralia Sopranaessicazione dell'iperico in Sicilia

All'inizio di questa pagina troverete un piccolo video realizzato da noi, grazie al quale potrete assistere ad alcune fasi della lavorazione finalizzata in parte alla produzione del famoso Olio di iperico, dalle proprietà fortemente lenitive e cicatrizzanti, e in parte all'essiccazione.
A questo punto vi salutiamo, in attesa che l'oleolito maceri al sole per poi essere filtrato, acquistando il caratteristico colore rosso intenso che lo distingue da tutti gli altri. 






venerdì 8 gennaio 2016

giovedì 18 giugno 2015

Storie di Pura Vita


Abbiamo tanta vita dentro, e vogliamo esprimerla nel modo in cui riusciamo meglio: facendo!
In questo blog troverai tanti post dedicati a ciò che facciamo per passione e per portare avanti i nostri progetti. Ci auguriamo che le due cose possano sempre coincidere, poiché crediamo che la passione sia il mezzo migliore per realizzare le cose più autentiche...almeno per noi funziona così!

Al momento le nostre attività principali ruotano attorno ai campi dell'autoproduzione, della creazione di rimedi naturali per il benessere psicofisico, dell'educazione ambientale e della ricerca legata a risorse ed esperienze di vita sostenibili e rinnovabili, oltre che creative.

Quindi se anche tu sei un amante della natura, in tutte le sue forme, e sei alla ricerca di un nuovo modo di vivere e vedere le cose, questo blog potrebbe piacerti. Speriamo di cuore che in queste storie ordinarie di Pura Vita, tu possa trovare qualche fonte di ispirazione.

Enjoy it!



Verso il primo insediamento



Abbiamo appena accennato al palmento della foto, la cui costruzione risale al 1855. Al suo interno vi è ancora la vasca in pietra di raccolta dell'uva. Lì veniva accatastata, pigiata e trasformata in vino.
Abbiamo anche detto che questa struttura, per le sue dimensioni e la sua posizione, si presterebbe a diventare l'organo centrale del progetto. Ma, complice il tempo e il diverso utilizzo, la struttura, allo stato attuale, manca di vivibilità e avrebbe bisogno di piccole opere di restauro e manutenzione.
Nell'attesa di questa primavera, non appena la stagione ci consentirà di campeggiare nel terreno, anche per diversi giorni consecutivi, e quindi di metterci seriamente all'opera, ci limitiamo a fare i preparativi. 



La copertura antipioggia del tetto del palmento. 
Tra i suoi acciacchi, il palmento presenta numerosi 
buchi sul tetto. Nei mesi caldi andremo quindi a riprendere
la struttura del tetto, utilizzando materiali naturali.
Qui ci stiamo limitando a mettere un telone provvisorio,
 per evitare che la pioggia invernale crei ulteriori danni.


Nel frattempo si zappa tutt'intorno 
per ripristinare l'antico drenaggio.


C'è anche chi raccoglie calenduline spontanee 
per metterle a macerare sott'olio, 
trasformandole così in un prezioso in oleolito.

L'oleolito si ottiene lasciando a macerare in olio la parte 
della pianta che contiene i principi attivi, per un tempo 
che può variare dai venti giorni ai due mesi, a seconda del tipo di pianta, fresca o secca. Successivamente si filtra l'olio dalla pianta e dai residui. Il risultato è un concentato di proprieta!


Successivamente si coglie l'occasione 
per creare la base per i primi bancali sinergici.




E per terminare una ricca giornata,

 il cerchio del fuoco.





 Ora ci riposiamo nell'attesa della prossima giornata di sole!

 

martedì 26 maggio 2015

Il progetto


Pura Vita è un progetto giovane! Dalle sinergie confluite ne La Libella e da una visione di vita comune, abbiamo deciso di credere insieme nella realizzazione di in un nostro grande sogno: creare un Centro per la Diffusione di Pratiche Sostenibili.
E’ veramente difficile spiegare con poche parole ciò che immaginiamo da tempo. Potrebbe essere una realtà vicina a quelle sperimentate dagli Ecovillaggi, dai Centri di Educazione ambientale o da alcune Aziende agricole, ma tuttavia non uguale; senza nulla togliere a queste realtà, da cui siamo quotidianamente ispirati.
Vita rurale, metodi tradizionali, rispetto per l’ambiente, sperimentazione di energie e stili di vita sostenibili e rinnovabili, amore per la cura dell’uomo e della natura, laboratori a cielo aperto per tutte le età, cibo genuino, condivisione di arte, informazioni e cultura…questi principi esprimono solo in parte le profonde esigenze da cui prende vita questo progetto.
Allo stato attuale siamo alla ricerca di fondi ed opportunità per poterlo portare avanti, avendo come punto di partenza due ettari di terra immersi in un contesto naturale nel cuore del parco delle Madonie, vicino al comune di Polizzi Generosa e stiamo lavorando sodo perché tutto ciò presto diventi realtà. Crediamo che la Sicilia possa essere il luogo ideale in cui far crescere il progetto, sia per quanto riguarda le risorse storiche e paesaggistiche che essa offre, sia per quelle naturalistiche e climatiche, e vogliamo contribuire al suo sviluppo. Di contro non crediamo a chi dice che in questa terra non ci siano più speranze di lavoro, di evoluzione e di Vita, e speriamo fermamente di continuare a non crederci ancora per un po’. Siamo aperti a diverse possibilità di collaborazione, purché coerenti con la nostra etica.


Se sei in linea coi nostri principi e vuoi sostenere la realizzazione di questo progetto, hai idee su come poterlo fare o semplicemente ti piace l’idea e vorresti confrontarti con noi per saperne di più, scrivici a progettopuravita@gmail.com o seguici su questo blog per ricevere gli aggiornamenti.




Sostenendo La Libella, sostieni Pura Vita. Se vuoi conoscere il progetto La Libella, seguici sulla pagina FB, all’indirizzo www.facebook.com/la.libella.14 o scrivici a lalibella_handmade@yahoo.it .




Quel che sarà

Qui di seguito troverete alcune slide che possono aiutarvi ad avere un'idea di quello che sarà il nostro progetto, in concreto, nella gestione degli spazi.
 



Insediamento abitativo

All'interno del progetto prevediamo l'utilizzo di strutture abitative sia a misura dell'uomo che le abita, sia dell'ambiente che le ospita. A tal proposito vogliamo utilizzare materiali e soluzioni a bassissimo impatto ambientale, atossici e traspiranti. Perciò abbiamo deciso di circondarci di materiali quali legno, canne, argilla, sabbia, pietra, vetro, fibre tessili, pigmenti naturali e vernici atossiche. Inoltre vorremmo ispirarci ai moderni studi della bioarchitettura, della domotica, della permacultura e del feng shui, per progettare degli spazi che tengano conto delle correnti energetiche, dei cicli del sole, della gestione intelligente delle risorse e della relazione armonica tra uomo e natura.



LA YURTA, LA CUPOLA GEODETICA E LE ABITAZIONI CIRCOLARI

A Pura Vita, prevediamo l'inserimento di Yurte per creare dei piccoli spazi abitativi da mettere a disposizione di chi collabora in maniera pemanente allo sviluppo del progetto o di chi vuole trascorrere brevi o lunghi periodi sul posto. 

La Yurta è un'abitazione mobile o temporanea, adottata da molti popoli nomadi dell'Asia tra cui mongoli, kazaki e uzbeki.
Sin dai tempi più antichi la yurta è costituita da uno scheletro di legno, che può essere di larice, di faggio, di bambù o di canna, e una copertura di tessuti di feltro di lana di pecora e di cotone; è di dimensioni e aspetto variabili, a seconda della cultura che le adotta. In sostanza la yurta è una tenda circolare con le pareti a graticcio, sopra le quali posa un tetto a struttura conica, costituito da una serie di travetti che partono da una corona in legno ed arrivano alla sommità della parete. 
In tempi recenti è stata introdotta nella cultura occidentale, e di conseguenza europea, con l'apporto di una serie di modifiche mirate a renderla adatta alle nostre esigenze. A tal proposito, le yurte occidentalizzate sono leggermente più alte (con la porta di 1.90m anzichè 1.60m), con la struttura in legno più robusta e trattata in modo che non assorba umidità e la presenza di un telo di cotone impermeabilizzato per resistere anche ai climi più umidi e freddi. Grazie a queste modifiche, la yurta è diventata una struttura che si presta benissimo a fare le veci dei vecchi prefabbricati mobili, tutt'ora in commercio.


Un altro vantaggio che ha questo tipo di abitazione, è che può essere smontata, spostata e assemblata in un tempo relativamente breve.
Sono dunque delle abitazioni ecosostenibili ed ecocompatibili, e di un’utilità importante. Le yurte infatti non danneggiano il terreno su cui sorgono e possono essere facilmente spostate ogni due o tre giorni per non danneggiare l’erba sottostante. Inoltre non hanno bisogno di fondamenta, né cementificazioni su cui poggiare. E’ sufficiente infatti isolare il terreno con della sabbia o della ghiaia, su cui successivamente viene appoggiata una pedana mobile di legno, che funge da pavimento della struttura, o ancora sollevarle su palafitta.
Inoltre, altro punto a favore è la sua forma circolare, che riporta la mente umana alla forma del grembo materno. Studi che risalgono agli anni '70, hanno sottolineato come la circolarità dell'ambiente abitativo sia più congeniale alla natura dell'essere umano. Del resto, se volgiamo uno sguardo al passato e al presente di alcune popolazioni tradizionali, ci rendiamo conto di come egli sia abituato a costruire i suoi rifugi prediligendo questa forma, e quindi di come questa rappresenti una forma ancestrale ricorrente.


Ma proviamo a trovare le ragioni connesse a questa preferenza.
Innanzitutto, troviamo delle motivazioni estremamente pragmatiche e logistiche: la forma circolare permete di avere maggiore spazio interno a parità di perimetro, e consente quindi un notevole risparmio energetico, nell'ordine del 40%, e una migliore gestione delle risorse, compresi la luce e il calore. Infatti essa permette un flusso di aria in tutto l’ambiente, invece di venire intrappolato all’interno di singole stanze a scatola, la qual cosa, si traduce anche in minori infiltrazioni di aria fredda esterna dagli angoli, che sono i punti più critici di una costruzione rettangolare convenzionale.
Inoltre, la forma circolare, amplificata dalla scelta del legno e della lana come materiali primari, contribuisce ad una sensazione di benessere, calore e serenità, proprio perchè, come abbiamo già detto, richiama alla mente la forma del grembo materno. 

"Nel feng shui spirito, mente, corpo e ambiente sono una cosa sola, e influiscono sul benessere e sulla nostra vita in generale. L'abitazione deve trasmettere sensazioni di sicurezza, forza e felicità, che conducono al benessere, all'allegria e all'amore."  Amedeo Menegaz, Il senso del feng shui.

L'energia vitale (concetto anche questo archetipicamente presente in tutte le culture, nonostante ai giorni nostri sia rimasto retaggio prevalente della cultura orientale, la quale l'ha reso dinuovo popolare anche nella nostra), deve essere libera di circolare liberamente, secondo il principio del moto naturale, che no segue il principio delle linee rette, bensì di quelle fluttuanti. Quindi l'energia vitale, deve poter entrare e muoversi bene nelle abitazioni, affichè chi vi abita possa beneficiarne. Se, al contrario i canali sono ostruiti, si verificheranno dei ristagni di energia, che comportano l'insorgere di malattie e problemi, proprio come la cattiva circolazione dei fluidi all'interno del corpo umano è causa di disturbi fisici e psichici.

Infine, la forma circolare rappresenta un archetipo mentale dell'uomo, ovvero una di quelle strutture ricorrenti nell'immaginario psichico e nel suo operato fin dai tempi della sua presenza sulla terra. Fu proprio Carl Gustav Jung, il padre della psicanalisi moderna, che sottolineò questa scoperta, insieme al suo collega e antropologo Mircea Eliade. Infatti, sottoponendo i suoi pazienti a un esperimento illustrativo, ne dedusse quanto segue: chiedendo ai suoi pazienti di disegnare delle forme semplici, durante le loro sedute psicanalitiche o in momenti in cui la loro concentrazione era applicata su qualcos'altro, si accorse che essi riproducevano automaticamente per lo più cerchi e quadrati. Da qui il collegamento coi mandala e con gran parte dell'iconografia spirituale ed esoterica, dagli albori dell'uomo.

L'Uomo vitruviano di Leonardo

Oggi, i nuovi studi sulla geometria sacra e sull'akasha, approfondiscono la questione dell'influsso di alcune forme geometriche ricorrenti, sull'uomo e sull'ambiente, tra cui quella circolare.

Il fiore della vita





E' anche per i motivi di cui abbiamo appena parlato, che abbiamo scelto come struttura per la sala polivalente, ovvero il luogo che ospiterà i workshop, i seminari, le meditazioni, la musica etc..., la cupola geodetica.



La cupola geodetica è una struttura semisferica composta da triangoli che si appoggiano l'uno sull'altro, formando figure esagonali o pentagonali. Isomma, lo stesso disegno che sta dietro alla forma di un pallone da calcio. In questo modo, i triangoli (il triangolo, in geometria, è la forma strutturalmente più rigida) scaricano il peso l'uno sull'altro, e garantiscono alla struttura una stabilità unica rispetto ad altre tipologie di edificio. Un po' come il principio per cui, se si esercita pressione sulla sommità di un uovo, qualsiasi essa sia, l'uovo non si rompe.

Il primo ad introdurre il concetto di sfera geodetica fu Platone che, inscrivendo una figura solida in un cerchio, creò l'icosaedro e l'cosaedro tronco, da cui prende origine la forma della cupola geodetica.
Icosaedro tronco
                                     
Il fascino dei simboli vive anche nell'uomo moderno e si dice che meno sappiamo di un simbolo e più questo ci affascina. Può succedere anche il contrario, ovvero scoprire un aggancio scientifico con un simbolo antico e notare che il fascino aumenta, come è successo quando si è scoperto che alcune molecole del carbonio, elemento fondamentale della chimica organica, si sviluppano e si aggregano secondo gli assi di simmetria dei cinque solidi platonici. Ad esempio il diamante ha un'aggregazione cristallina a forma di ottaedro.
Con questa scoperta la scienza ha confermato la sacralità di queste cinque forme che sono considerate gli archetipi (modelli originali) del regno minerale. 


La cupola geodetica è acclamata come una delle più grandi soluzioni architettoniche degli Anni 50. Progettata dal celebre architetto Richard Buckminster Fuller, la prima cupola geodetica della storia venne costruita nel 1948 e brevettata nel 1954. Fuller prende in prestito le forme naturali dei cristalli per realizzare una struttura in cui gli sforzi di compressione vengono scaricati su elementi in tensione e la assembla come un complesso di tetraedri regolari, ribaltando così il concetto fondamentale dell'architettura e dimostrando che la cupola geodetica è l’unica struttura costruita dall’uomo che diventa proporzionalmente più resistente all’aumentare delle sue dimensioni. 
Il termine “geodetica” deriva da “geo-desia” che vuol dire “divisione della terra” in figure geometriche piane ed in particolare triangoli, pentagoni ed esagoni che assemblati insieme formano appunto le cupole geodetiche. 
Uno dei vantaggi della cupola geodetica, oltre la grande robustezza locale, è la capacità di carico in confronto all’ingombro e al peso dei materiali, strutturalmente è molto più forte di quanto sembrerebbe guardando le travi che la costituisce. Questo le dona una particolare leggerezza e la  possibilità di costruire grandi spazi coperti senza dover ricorrere a colonne o altri tipi di massicci supporti interni. La cupola geodetica, infatti, è praticamente in grado di reggersi da sola e viene definita una struttura autoportante. La cupola è anche aerodinamica, e può reggere forti carichi eolici, come quelli creati dagli uragani.

 Il progetto di una cupola geodetica è molto complesso, in parte perché non esistono progetti standard di cupole geodetiche pronti, da scalare secondo le necessità, ma ogni cupola deve essere progettata da zero in base alle dimensioni, alla forma e ai materiali. Esistono dei criteri di progettazione basati sull’adattamento di solidi platonici, come l’icosaedro: essenzialmente consistono nel proiettare le facce del solido sulla superficie della sfera che lo circoscrive.



All’aumentare della frequenza, la maglia triangolare si infittisce creando un numero sempre crescente di lati, l’approssimazione con la sfera migliora, il peso diminuisce, così che si possono raggiungere diametri anche molto elevati.

A Pura Vita vogliamo costruire uan cupola geodetica di 6 metri di diametro per 3,5 di altezza che, come abbiamo detto, costituirà la sala polivalente, con le stesse caratteristiche di precarietà e contemporaneamente di stabilità e comfort che caratterizzano anche la yurta, e che la rendono una struttura compatibile con l'ambiente che ci ospita, il Parco Naturale delle Madonie.